L’Hospitale S. Laurentij di Calerno dal 1107 al 1153 fu legato ai benedettini di Brescello il cui monastero era stato fondato dagli avi di Matilde di Canossa.
Scorrendo l’elenco dei beni riconosciuti dai papi al monastero di Brescello s’incontrano parecchie chiese e corti distribuite su vasto territorio: da Ferrara a Rivalta sul Mincio, da Rubiera a Bibbiano, dal bresciano al veronese, ma s’incontra un solo hospitale, quello di San Lorenzo di Calerno.
La regola benedettina imponeva, vicino all’ora et labora, l’obbligo dell’assistenza ai pellegrini, così a Calerno, in questo periodo storico, dovevano essere presenti frati ospedalieri che esercitavano la medicina traendo insegnamenti da quei vecchi codici greci e latini che i monaci andavano riscoprendo nei monasteri.
E ciò anche in virtù del fatto che la via Emilia ha sempre avuto un ruolo di primissimo piano nel sistema degli itinerari che dal nord Europa raggiungevano i luoghi sacri del cristianesimo: Roma ed anche Gerusalemme per la dorsale adriatica e i porti della Puglia.
Il complesso edilizio della Commenda di Calerno, erede dell’esperienza degli Hospitales, è composto:
- da un edificio principale a Corte
- da alcune costruzioni staccate comprendenti: il casello, la torre colombaia e una porcilaia.
In particolare, la Corte, cui si accede direttamente dalla via Emilia, è chiusa ad est dalla cappella dedicata a S. Lorenzo, a nord dall’antico convento e ad ovest da un edificio rurale di abitazione